
17 Ago La vita a rovescio di Simona Baldelli -una recensione di Cristina Converso-
Ho scoperto la Baldelli con la lettura del Vicolo dell’immaginario, e sono stata da subito attratta dalla struttura della storia, dai suoi intrecci e da come i protagonisti siano uniti dalla vita e per la vita. Ma questo è un altro stupendo libro, ora torniamo alla Vita a rovescio, già, perché così è stata per me, la scoperta di questa autrice, al rovescio.
Dopo aver iniziato la mia cura Baldelliana dalla sua ultima produzione sono andata a ritroso, e la scelta è caduta su questo libro dal carattere storico, ma attualissimo nel tema: l’amore saffico.
Il contesto storico è perfetto, nessun aspetto è lasciato al caso. Il lavoro di documentazione fatto a monte della stesura è portentoso, atmosfere, ambientazioni, costumi, intesi sia come indumenti che come abitudini dell’epoca, sono narrati con una nitidezza in cui il lettore si può davvero specchiare.
Tutti i sensi vengono solleticati, l’olfatto, la vista, il gusto, animano ogni pagina.
Le due protagoniste, o forse le quattro o cinque, sono tratteggiate in maniera perfetta, ruoli, ambizioni, sofferenze, desideri, lussuria, tentazioni.
Donne all’inizio, donne durante e donne alla fine.
Donne che agiranno per amore e per vendetta, per orgoglio, per stupida ignoranza, per arroganza e infine, nelle ultime pagine per disprezzo del proprio genere, legate ad abiette consuetudini.
Ho amato il fatto che siano stati i versi di un libro a fare innamorare le due protagoniste, una storia iniziata con tenerezza e cresciuta in passione.
Tra le pagine, una nuvola, o forse l’idea di un sogno, quello di Bradamante, accompagna la protagonista, Caterina Vizzani negli anni della vita e le da il coraggio di diventare “uomo”, per amore di Margherita.
L’incredibile storia vera della Vizzani, da cui la Baldelli trae spunto, è commovente, per quanta purezza possa esserci nell’amore tra due esseri umani a prescindere dal genere.
Ma era nuda, mica poteva presentarsi così alla festa. Sul letto c’erano i regali delle donne. Indossò un vestito bianco, le stava a pennello, fece qualche passo e le venne da ridere perché la gonna le solleticava le gambe, non era più abituata. Raccolse la stella lasciata da Fiordispina e l’appoggio sul petto. Ne scaturì una luce potente che rischiarò il cubicolo. “I sogni illuminano il cammino e fanno vedere lontano”.
Libro consigliatissimo, anzi obbligatorio!
Cristina Converso
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