Le solite sospette di John Niven -una recensione di Corrado D’Angelo-
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Le solite sospette di John Niven -una recensione di Corrado D’Angelo-

Le solite sospette di John Niven -una recensione di Corrado D’Angelo-

NONNE TERRIBILI
Feroce.
Non mi viene altro aggettivo per definire la prosa di John Niven (scozzese, 1968). In “Le solite sospette” Niven prende spunto dal cinema (titolo da un fighissimo thriller del 1995 con Kevin Spacey, idea iniziale da “L’erba di Grace”, irriverente commedia inglese del 2000).
Il resto è una sadica presa in giro del perbenismo della provincia inglese, dei metodi investigativi della polizia, delle aspirazioni dell’animo umano che oramai si prolungano ben oltre i mitici sessant’anni, raggiunti i quali un tempo ci si considerava “finiti”.
Accade così che 4 rispettabili “vecchiette” inglesi rapinino con rocambolesco successo una banca e si mettano in fuga via mare raggiungendo la Francia. Tutta la nostra simpatia va immediatamente alle amiche da sempre Susan e Julie, la bigotta Jill e l’impresentabile Ethel, che dall’alto dei suoi novant’anni e dal basso della sua carrozzina da disabile ne combina di tutti i colori.
Riusciranno le nostre eroine a godersi gli oltre 4 milioni di sterline trafugati? Ovviamente non ve lo dico ma il fegato dello sfigatissimo sergente detective Boscombe verrà messo a dura prova.
Buona lettura!

 

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